USA, Germania, Giappone, Italia e il NUOVO ASSE per il Fascismo del XXI secolo

Questo qui è lo stretto di Tsushima. Separa il Giappone dalla Corea del Sud da un passato glorioso. Nel maggio del 195 è stato teatro di una delle battaglie navali più importanti della storia moderna. Gli imperi russo e giapponese si contendevano il controllo della penisola coreana e si menavano come fabbri. Qualche mese prima i giapponesi avevano asfaltato la flotta del Pacifico Russa in un’altra storica battaglia navale, quella del Mar Giallo. I russi avevano provato a reagire allestendo in fretta e furia un’altra flotta che partì dal Baltico e che però per arrivare nel Mar del Giappone dovette attraversare mezzo mondo. Quando finalmente arrivò a destinazione reggeva l’anima coi denti e la marina giapponese la menò, ma proprio di brutto brutto brutto. Alla fine i russi persero qualcosa come 30 imbarcazioni e la flotta fu completamente annientata. Ai giapponesi invece la battaglia, come si dice a Oxford ne fece un po’ come il cazzo alle vecchie. non persero nemmeno una corrazzata, giusto tre torpediniere giocattolo. battaglia determinò la sconfitta definitiva dell’Impero Russo e l’inizio della fase terminale dello zarismo e anche la prima vera vittoria di un paese asiatico su una grande potenza europea nell’era moderna, ringalluzzendo così l’imperialismo nipponico che tutto baldanzoso decise di fare uno spicinio in tutta la regione che in confronto Adolf Hitler è tipo una suora orzolina. Da lì in poi lo stretto di Tsushima è diventato off limits anche durante la seconda guerra mondiale, fino a ieri, quando due bombardieri russi hanno deciso di rompere il tabù. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal si sarebbe trattato di due Tupolev 95, i leggendari bombardieri strategici che da quasi 70 anni rappresentano una delle colonne portanti della triade nucleare della Federazione Russa. Sono quelli che nel 1961, giusto per mandare un messaggio inequivocabile di amore e fratellanza, lanciarono sulla baia di Mitiushik, nell’arcipelago di Novay Zemlia, la bomba Zar, il più potente ordigno mai sperimentato, per vedere l’effetto che fa. Secondo le ricostruzioni, l’effetto che fece fu un fungo atomico alto oltre 60 km, visibile fino a 1000 km di distanza. non esattamente un simbolo di pace, diciamo. Dopo aver sorvolato lo stretto, i due bombardieri si sarebbero congiunti con altri due bombardieri cinesi H6, in grado di trasportare missili da crociera a lungo raggio e anche ad altri quattro caccia cinesi J16. Dopodiché, mano nella mano, tutti insieme appassionatamente, avrebbero prima sorvolato lo spazio aereo vicino all’isola giapponese di Okinawa, che ospita il grosso delle basi USA in Giappone, per poi dirigersi nelle vicinanze dell’isola di Shikoku. una lunghissima passeggiata di oltre 8 ore, mentre allo stesso tempo ha dichiarato Tokyo, altri due caccia russi su 30 e un aereo d’allerta precoce, sempre russo a 50, gironzolavano fischiettando sopra il mar giapponese. Una dimostrazione di forza contro la nostra nazione haato il ministro della difesa giapponese Shingiro Coizumi. Una seria preoccupazione per la nostra sicurezza nazionale. Per monitorare da vicino gli aerei russi e cinesi. Prima si sono levati in volo jet giapponesi, poi caccia coreani e alla fine anche due bombardieri strategici statunitensi B52 accompagnati da tre caccia stealth giapponesi F35 e da altri tre jet da superiorità aerea F15. Pochi giorni prima, sempre nei paraggi di Okinawa, un caccia J15 cinese era decollato dalla porta aerei Leaing nell’ambito di alcuna esercitazione e aveva illuminato con il radar due F15 giapponesi prima per 3 minuti e poi per oltre mezz’ora. Ma cosa significa essere illuminati da un radar? I caccia sono dotati di diversi tipi di radar o al limite da uno solo che però svolge compiti diversi. Prima di tutto c’è il radar cosiddetto di ricerca, canziona ampie porzioni di cielo alla ricerca di aerei, missili e droni e fornisce una prima individuazione grossolana del potenziale bersaglio fino ad alcune centinaia di chilometri di distanza. Poi c’è il radar di tracciamento che una volta individuato il potenziale bersaglio lo segue in modo continuo e ne calcola velocità e direzione e alla fine c’è quello che viene definito fire control radar. fornisce i parametri necessari per l’attacco e serve a guidare le armi verso il bersaglio. Quando si dice che qualcosa è stato illuminato da un radar si intende esattamente quest’ultima funzione. In gergo si chiama Law con ed è la fase che precede immediatamente un attacco vero e proprio. La dottrina di USA NATO e anche delle forze di autodifesa giapponesi lo considerano quasi un atto di ostilità armata. Per trovare un precedente bisogna tornare al lontano 2013, quando una fregata cinese illuminò prima un elicottero e dopo una decina di giorni anche un cacciat pediniere giapponese. Tokyo ha immediatamente denunciato l’incidente definendolo deplorevole e ha raccolto l’endorsement di Washington. Le azioni della Cina non contribuiscono alla pace e alla stabilità regionale”, ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato. “L’alleanza tra Stati Uniti e Giappone è più forte unita che mai e il nostro impegno nei confronti del nostro alleato è incrollabile.” La versione cinese, però è leggermente diversa. sottolineano che le esercitazioni della Liaing erano state pianificate da tempo ed erano state adeguatamente comunicate. Ciò nonostante aerei giapponesi si sarebbero ripetutamente avvicinati allo spazio aereo delle esercitazioni, ostacolandole e mettendo a repentaglio la sicurezza dei piloti cinesi. Insomma, li avrebbero provocati per poi fare le vittime e a quanto pare agli appassionati di armi non è andata giù. chiacchieroni codardi dovrebbero venire distrutti. Si legge ad esempio in questo commento su Visiglad: “Ma cosa c’è in comune tra l’episodio del 2013 e quello di questi giorni? Semplice, il premier. Anche allora, infatti, un nuovo tamarrissimo premier ultranazionalista s’era appena insediato. Si chiamava Shinzo Abe, il nipote di Nobuzuke Kishi, il gerarca fascista regista dei crimini di guerra giapponesi in Manciuria, poi graziato e nominato addirittura primo ministro. Shinzo ha imposto al Partito Liberale, che a parte una brevissima parentesi, governa ininterrottamente il Giappone da 80 anni, una nuova leadership di estrema destra tutta collegata a quella specie di P2 giapponese che è il nippon kaiji da cui proviene anche Takaichi, Tamago Sanae. Insomma, un’intera classe dirigente che ha ereditato senza e senza ma il lascito del Giappone fascista, un po’ come se in Italia finissero al governo la russa e Gasparri. Ah, com’è che dice? Ah, sono al governo. Cioè, davvero? Cioè, quindi in due paesi dell’asse su tre al governo ci sono gli stessi che c’erano quando hanno scatenato la seconda guerra mondiale. Però bene, rassicurante. Comunque questi incidenti avvengono a pochissimi giorni dalla pubblicazione della nuova National Security Strategy statunitense che, come sottolinea la testata cinese, Guancia, indipendentemente da cosa si pensi sulla sua effettiva realizzazione o meno, ha rappresentato comunque il primo documento del genere dove gli USA riconoscono esplicitamente il declino della potenza americana e sottolineano l’intenzione di abbandonare l’ambizione a esercitare la loro egemonia a livello globale. per ripiegare su una sorta di dottrina monroe rafforzata, tornando a concentrarsi sull’emisfero occidentale sullo sfondo del loro innegabile declino di potenza, sottolinea ancora Guancià, al fine di perpetuare il loro sistema egemonico, gli USA incoraggiano apertamente i loro cosiddetti alleati, tra cui il Giappone, a svolgere un ruolo più attivo. Secondo un altro articolo sempre di Guancià, con il graduale ritiro delle truppe statunitensi dalla regione, gli alleati americani rafforzeranno naturalmente le loro difese e alcuni saranno tentati di andare oltre usando la retorica nazionalista per espandere a dismisura le forze armate e reintrodurre una versione aggiornata del loro storico militarismo. La domanda allora è, si chiede Guancià, gli Stati Uniti impediranno al Giappone di spostarsi a destra? La risposta ai noi concludano è no. D’altronde non sarebbe la prima volta. Il Giappone sostanzialmente avrebbe un ruolo simile a quello che USE e Gran Bretagna affidarono alla Germania di Hitler in chiave antisovietica. Qualcuno potrebbe obiettare che allora non andò proprio benissimo. In realtà dipende un po’ dai punti di vista. Sicuramente andò malissima ai milioni di disgraziati che vennero trucidati nella più cruenta guerra di sempre. Ma alla fine, per l’imperialismo USA la seconda guerra mondiale fu una gran figata che gli permise di colonizzare l’Europa e dominare il pianeta per quasi un secolo. Certo, per un po’ dovettero anche ingoiare l’esistenza del blocco sovietico che però economicamente usciva dalla guerra con le ossa rotte e tutto sommato si rivelò abbastanza gestibile. E non è tutto, perché c’è anche un’altra parte della storia che la propaganda del mondo libero e democratico tende a nascondere sotto il tappeto e cioè che un pezzo consistente dell’America profonda la seconda guerra mondiale proprio non la voleva fare e tifava apertamente per il Reich. Era l’America che si coalizzò attorno a Charles Lindberg, l’avventuroso aviatore di origini svedesi, profondo ammiratore di Adolf Hitler. Nel 1940 fondò un movimento che nel giro di pochi mesi arrivò a contare oltre 800.000 iscritti, tra cui anche i futuri presidenti Johnfy, Gerald Kennedy e Gerald Ford e che riuscì a rinviare l’ingresso degli USA in guerra per quasi 2 anni fino all’attacco giapponese per l’arbur nel 1941. Indovinate un po’ come si chiamava questa organizzazione? Esatto, America First Commit. Vi ricorda niente quando Trump resuscita lo slogan nel 2016? Non è un caso. L’eredità di Lindberg perme a tutta la storia del suprematismo biancousa dell’ultimo secolo, dal Kuklux Clan ad alcuni dei fin tank più importanti della galassia maga. dal Clermont Institute a soprattutto l’America First Policy Institute, un nome, un programma. Kevin Asset, direttore del Consiglio Economico Nazionale, il candidato preferito da Trump per la successione di Powerfed viene proprio da qui e di sicuro Trump non l’ha scelto per la perspicacia. Asset, infatti, è famoso perché alla vigilia dell’esplosione della bolla dellecom scrisse un libro dove spiegava che il Dow Jones da 11.000 punti nell’arco di pochi anni avrebbe raggiunto quota 36.000. Dopo la bolla precipitò a quota 7.000. Secondo molti analisti il libro di Hass conteneva errori aritmetici di base. Ovviamente anche le bimbe di Lindberg e Lindberg stesso a un certo punto, visti l’innegabili vantaggi, arrivarono a sostenere l’intervento USA contro una Germania ormai fiaccata dai sovietici. Però gli è sempre rimasto quell’amarino in bocca. Sì, ok. Gli USA sono diventati letteralmente i padroni del mondo e gli oligarchi suprematisti hanno fatto una quantità di soldi inimmaginabile, ma il loro impero ha portato all’egemonia di un globalismo meticcio e un po’ frufru che gli sta profondamente sulle palle. Fino a che garantiva il dominio USA facevano buon viso a cattivo gioco, ma ora non funziona manco più. Il dominio finanziario non basta più a garantire il primato USA e serve un nuovo collante ideologico che ricompatti l’uomo bianco e gli dia quell’irreenabile brio necessario per provare a continuare a dominare il mondo con la forza. La tentazione di ricreare l’asse, quindi e questa volta ricrearlo con in testa li ususa e il loro destino manifesto potrebbe non essere così peregrina. Anche la Germania sembra poter andare in quella direzione. Di fronte alle stoccate contro l’Unione Europea della National Security Strategy, il cancelliere MERS ha affermato che America First è un concetto ragionevole, ma America Alone, un’America completamente isolata e senza alleati, non è nell’interesse degli stessi Stati Uniti e quindi se proprio Trump non riesce a trattare con l’Unione Europea, almeno prenda in considerazione come partner la Germania. D’altronde il governo di larghe intese con i socialdemocratici sta rendendo Merz il cancelliere in assoluto più disprezzato dai tedeschi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’agenda economica del Life Day è molto più vicina all’estremismo neoliberista dell’ex dirigente di Black Rock di quanto non lo sia la nostalgia per il welfare e per il ruolo dei sindacati nei cda delle aziende dell e quindi una svolta a destra della Germania è sempre più plausibile. D’altronde l’obiettivo diventare di gran lunga il primo esercito del vecchio continente ormai è dichiarato alla fine del giro quello che ancora manca per poter riesumare a piano titolo il vecchio asse è una questione sola, la questione ebraica. Il vecchio asse nazifascista Lindberg incluso era nutrito da un profondo antisemitismo. 80 anni dopo l’estrema destra che conta è tutta ultrasionista. Le vecchie tradizioni però sono dure a morire e a livello di base sia tra i militanti del life deck che tra i meloniani che in pezzi consistenti di maga l’antisemitismo serpeggia ancora e come riusciranno a bonificare e rilanciare così un nuovo nazifascismo del XX secolo in grado di piacere alla gente che piace, compreso a Bibi Netaniao? Di sicuro c’è che per cercare un altro caprio espiatorio all’altezza dei tempi ce la stanno mettendo davvero tutta. L’ negli usa è ormai una sorta di nuova gestapo. Secondo un articolo del New York Times l’84% dei fermati non aveva accuse pendenti. Pura e semplice discriminazione su base raziale, suprematismo bianco allo stato puro che ormai è diventata l’essenza ideologica dell’amministrazione USA. Di sicuro poi c’è anche che la classe dirigente giapponese è pronta per cogliere questa nuova entusiasmante sfida e forse ce n’è anche un’altra di direzione però opposta. Cina e Russia potrebbero essere pronta ad asfaltarli anche a questo giro, come fecero già 80 anni fa. Il pattugliamento congiunto di aerei russi e cinesi intorno al Giappone dei giorni scorsi è il decimo pattugliamento aereo congiunto nell’arco di pochi anni. La complessità delle operazioni, scrive The Paper, indica che la cooperazione Sinorussa è in continua espansione. Una settimana prima Wange si era recato a Mosca per il periodico ciclo di consultazioni strategiche sulla sicurezza, il 20o. Secondo Global Times, le due parti hanno raggiunto un allineamento strategico sulle questioni relative al Giappone. Entrambe si oppongono fermamente a qualsiasi parola o azione errata che tenti di insabbiare la storia dell’aggressione coloniale e contrastano fermamente i tentativi del fascismo e del militarismo giapponese di tornare in auge. Gli USA ci possono fare abbastanza pochino. L’unica cosa che possano fare è minacciare Cina e Russia con i missili. Peccato però che Wangi e Shoigu abbiano già annunciato che a breve si terrà la terza esercitazione congiunta antimissile in territorio russo. Insomma, mentre Forrestram vangia sul Golden Dome, Cina e Russi e al loro Golden Dome lo stanno mettendo a punto sul serio. Chissà, magari il vero fronte antifascista sta più lì che non nei post di Ilaria Salis a sostegno della resistenza delle bimbe di Bandera. Di sicuro c’è una cosa. L’occidente collettivo è in declino e prima di ammetterlo è pronto a commettere ogni sorta di crimine. D’altronde lo ha già fatto e neéi suprematisti eredi di Lindberg nei nippopiddu del nippong kaiji hanno mai mostrato segni di pentimento. È arrivato il tempo per una bella derattizzazione. Aiutaci a farla. Aiutaci a costruire un vero e proprio media che non si fa incantare dai guerra fondai e dai propagandisti. Metti mi piace a questo video, condividilo, ma soprattutto aderisci alla campagna di sottoscrizione di Ottolina TV su Gofan Me e su PayPal. E chi non aderisce è Ignazio La Russa. เฮ

A pochi giorni dalla pubblicazione della National Security Strategy, il Giappone dell’ultrareazionaria Tamagochi Sanae decide di provocare la Cina per mettere alla prova la partnership sinorussa e giustificare la svolta militarista di Tokyo

Sono le prove generali della nuova strategia imperiale

Che per funzionare deve rottamare il globalismo woke, e riesumare il caro vecchio ultranazionalismo

Le basi non mancano

E per rintracciarle, non serve scavare a fondo

America First, dice Trump

A prima vista sembra uno slogan tutto sommato innocuo

Non lo è

America First Committee è il nome della popolare organizzazione fondata nel 1940 dall’isolazionista e ammiratore del Fuhrer Charles Lindbergh

Da oltre 80 anni, il principale punto di riferimento del suprematismo bianco USA, dal Ku Klux Klan ai think tank più oltranzisti della galassia MAGA

Il fulcro ideologico per reinventare un ASSE all’altezza del XXI secolo

Che sta facendo proseliti dalla Germania al Giappone, passando per l’ItaliaS

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12 Comments

  1. Noi italiani dobbiamo sfruttare l'avversione di Trump per l'UE per uscire dalla UE e provare a tornare un paese sovrano. Questo deve essere il primo obiettivo. Se la sinistra sindacale ( Cobas, Cub etc) e extraparlamentare ( Potere al popolo, rifondazione etc) non farà questo passaggio e in nome del presunto " antifascismo" preferirà le burocrazie tecnocratiche europee (perché come dicono i sinistrati, essere anti europeisti e anti globalisti è da " fascisti") avremo l'ennesima prova che la sinistra odia l'Italia , odia il popolo italiano e come ha appoggiato l'UE anni fa perché non si fidava delle classi popolari italiane, tutt'oggi non si fida di quelle stesse classi popolari che continuamente etichetta come xenofobe, fasciste, sovraniste etc etc. Nei momenti cruciali della storia recente, la sinistra ha preferito entità sovranazionali, cosmopolite, che governano dall'alto senza nessun mandato popolare come l'UE, alle sue classi popolari nazionali, che ribadisco, detesta perché identificate come intrinsecamente " reazionarie". La sinistra sogna un popolo come dice lei, e non sopporta le classi popolari reali.
    E a queste classi popolari nazionali ha sempre preferito le istituzioni sovranazionali antidemocratiche cosmopolite e globaliste. E nel globalismo stravince il capitalismo finanziario. Il socialismo può vincere solo dentro i confini di uno stato nazionale.

  2. "La storia potrebbe non ripetersi esattamente, ma le lezioni del passato restano valide. Intanto continuiamo a far finta di vivere in un paese normale ignorando la storia! Siamo sull'orlo del baratro e continuiamo ad avanzare!"