La BOLLA speculativa del 1989 in Giappone

è il pomeriggio del 29 dicembre 1989 e nel distretto finanziario di Tokyo Gin Matsushita un trader di 53 anni osserva incredulo il tabellone elettronico che mostra il nicki chiudere a 38.916 punti il valore più alto della sua storia il Giappone è all’apice della sua potenza le aziende nipponiche stanno comprando simboli dell’America come Rockefeller Center e gli studi cinematografici di Hollywood mentre l’immobile sotto i suoi piedi un anonimo edificio per uffici nel centro di Tokyo valeva decine di milioni di dollari in borsa giganti come Toyota Sony Nintendo Toshiba Itachi Neck Fujitsu e Mitsubishi dominano listino e sembrano inarrestabili incarnando l’ascesa tecnologica industriale del paese le loro capitalizzazioni crescono di giorno in giorno alimentate da un’euforia collettiva che fa sembrare il futuro del Giappone senza limiti matsucita non può saperlo ma quello che sta vivendo e che sembra a tutti gli effetti l’alba del secolo asiatico è in realtà il tramonto di un’illusione collettiva in meno di 3 anni il Nickei perderà il 64% del suo valore e il mercato immobiliare crollerà pesantemente cancellando in un battito di ciglia migliaia di miliardi di dollari di ricchezza quello che seguirà sarà una catastrofe economica senza precedenti centinaia di migliaia di persone perderanno tutto i suicidi di uomini d’affari diventeranno un’epidemia e un’intera generazione di giovani giapponesi verrà ribattezzata come la famosa generazione perduta che vivrà senza mai trovare un impiego stabile e condannata a una vita di lavori temporanei e stipendi da fame pensate che dovranno passare più di 30 anni e dovremmo arrivare al 22 febbraio 2024 a che la borsa di Tokyo ritorni ai massimi storici tocati nel 1989 ma come ha fatto uno dei paesi più in ascesa del 9 a precipitare così rapidamente e soprattutto cosa ci insegna oggi questa catastrofe [Musica] ciao io sono Nicola e oggi per Scalable Capital parleremo di una delle più grandi bolle speculative della storia moderna la bolla giapponese degli anni 90 certo in questo video parliamo di crisi ma è bene ricordare che nel lungo periodo i mercati azionari restano tra i migliori investimenti possibili e se volete saperne di più su come farlo scaricatevi la guida sugli ETF che trovate qui sotto in descrizione e mi raccomando iscrivetevi anche al canale per capire la portata di quanto accadde in Giappone dobbiamo fare un passo indietro e guardare all’incredibile ascesa economica di questo paese nel 1945 alla fine della Seconda Guerra Mondiale il Giappone era in ginocchio le sue città erano state distrutte la sua economia era in rovina e il paese era occupato dalle forze americane eppure in meno di 40 anni il Giappone si trasformò da nazione sconfitta alla seconda economia mondiale superando persino l’Unione Sovietica i numeri di questa trasformazione sono straordinari tra il 1955 e il 73 il PIL giapponese crebbe di una media annua del 9,3% un tasso di crescita che ha pochi paragoni nella storia economica moderna nel 1968 il Giappone superò la Germania occidentale diventando la seconda economia capitalista del mondo e nel 1980 la produzione automobilistica giapponese superò quella americana questo miracolo economico fu guidato da un modello unico caratterizzato da una stretta collaborazione tra governo banche e grandi conglomerati industriali i famosi Keetsu su cui spuntavano nomi come Mitsubishi Sumitomo e Mitsui il processo in realtà era semplice ma molto efficace visto che il governo identificava i settori strategici le banche fornivano finanziamenti a lungo termine e le aziende investivano massicciamente in ricerca e sviluppo il risultato fu un’esplosione di innovazione e produttività con marchi come Sony Toyota Canon o Honda che divennero molto velocemente sinonimi di qualità e innovazione in tutto il mondo all’inizio degli anni 80 il Giappone sembrava inarrestabile libri come Japan as number one dell’americano Esra Vogel diventano bestseller e negli Stati Uniti cresceva la paura che il Giappone avrebbe presso superato l’America non solo economicamente ma anche tecnologicamente se è però vero che il Giappone stava piano piano diventando un’economia globale quello di cui nessuno si stava rendendo conto è che dietro quella facciata di successo si stavano accumulando pressioni che avrebbero portato a una delle più grandi bolle speculative della storia [Musica] la bolla giapponese che scoppiò all’inizio degli anni 90 non nacque dal nulla ma fu il risultato di una serie di decisioni politiche ed economiche che con il seno di poi si rivelarono catastrofiche tutto iniziò il 22 settembre del 1985 siamo a New York e in una sala riunioni del Plaza Hotel i rappresentanti delle maggiori economie mondiali si incontrano per firmare quelli che sarebbero passati alla storia come gli accordi del Plaza l’obiettivo era semplice ridurre l’enorme deficit commerciale degli Stati Uniti che all’epoca importavano molto di più di quanto esportassero soprattutto dal Giappone per farlo l’idea era agire con una manovra monetaria che andasse ad apprezzare le valute dei principali partner commerciali americani in particolare del Giappone così da ribilanciare il commercio internazionale nel concreto il risultato di questa mossa è che in soli 2 anni lo yen si apprezza del 51% rispetto al dollaro passando da 238 yen per dollaro a 157 a prima vista l’accordo sembrava un capolavoro di diplomazia economica per Washington l’apprezzamento dello yen fu una boccata d’ossigeno visto che le merci giapponesi diventavano improvvisamente più costose reducendo così il colossale deficit commerciale statunitense per Tokyo invece il beneficio era tutto per i consumatori che si scoprivano improvvisamente più ricchi dato che con il loro yen più forte potevano di fatto acquistare beni stranieri a prezzi più convenienti viaggiare di più e investire all’estero e non a caso fu proprio in quegli anni che le aziende iniziarono a comprare pezzi d’America come Rockefeller Center o gli studi di Hollywood sulla carta tutti sembravano vincitori ma sotto la superficie gli accordi del Plazza stavano dando il via a nuovi problemi il primo fu immediato e legato alle esportazioni l’economia giapponese era infatti fondata sull’export motivo per cui quello yen sempre più forte rappresentava una sorta di veleno a rilascio lento le auto i televisori o i semiconduttori quindi tutto ciò che aveva reso il Giappone una super potenza industriale diventano all’improvviso troppo cari per il resto del mondo i contratti saltano le fabbriche rallentano e dietro le quinte i dirigenti dei grandi Keiretsu iniziano a tremare per evitare una recessione il governo e la banca centrale aprono i rubinetti del credito con i tassi di interesse che vengono tagliati dal 5% al 2,5% i finanziamenti che piovono da tutte le parti e gli stimoli fiscali che si susseguono uno dietro l’altro l’obiettivo era chiaro ma l’effetto fu diga un fiume di denaro a basso costo inondò l’economia giapponese con le banche che iniziarono a prestare soldi a chiunque spesso senza verifiche adeguate sulla solvibilità dei debitori ad esplodere non furono poi solo i prestiti a settore immobiliare o finanziario ma anche il valore stesso degli immobili che raggiunse livelli spropositati pensate che all’apice della bolla un singolo metro quadro del distretto Ginza di Tokyo superava i $30.000 000 con alcune case che arrivavano addirittura a $100.000 al metro quadro a impazzire non fu però solo il mercato immobiliare tra il 1985 e il 1989 l’indice Nickei della borsa di Tokyo salì da 13.000 punti fino a 39.000 segnando un aumento del 200% in soli 4 anni eppure nonostante questa enorme frenesia e abbondanza in Giappone pochi sembravano timorosi o preoccupati che all’orizzonte potesse succedere qualcosa è come se si fosse diffusa la convinzione che i prezzi potessero solo salire che il Giappone fosse diverso e che quello che i giapponesi stavano vivendo era di fatto l’alba del secolo asiatico attenzione questa euforia collettiva non era nemmeno campata per aria perché alla base c’erano anche teorie che all’epoca potevano sembrare molto razionali come lo spazio limitato in Giappone per gli immobili la crescita demografica o ancora la posizione unica del paese come potenza economica nel continente asiatico insomma tutti i fattori che venivano citati per giustificare prezzi finanziari o immobiliari che con il senno di poi erano chiaramente insostenibili tanto insostenibili da crollare poi sotto il loro stesso peso [Musica] alla fine del 1989 di fronte a una bolle immobiliare e azionaria ormai evidente la Banca del Giappone decide finalmente di intervenire nel maggio dell’89 con una mossa a sorpresa alza i tassi di interesse dal 2,5% al 3,25% la decisione non ha però grandi effetti e il nicki da maggio a dicembre dell’89 cresce di un ulteriore 15% di fronte alla speculazione che non si ferma la banca centrale giapponese continua a intervenire con altri aumenti dei tassi che arrivano al 6% nel 1990 a questo punto il messaggio è chiaro e i mercati reagiscono l’effetto è devastante il Nick crolla del 48% nei primi 9 mesi del 1990 e con il calo dei prezzi delle azioni molte aziende e investitori trovano improvvisamente difficoltà a ripagare i prestiti che avevano contratto per speculare in borsa le banche a loro volta iniziano a ridurre drasticamente i prestiti al settore immobiliare in modo da ridurre le loro esposizioni e questo provoca il crollo del mercato con i prezzi degli immobili a Tokyo che negli anni successivi segneranno un-70% dai massimi molte aziende che avevano investito pesantemente in immobili si ritrovano con debiti enormi garantiti da proprietà che ora valevano una frazione di ciò che avevano pagato e allo stesso tempo le banche si ritrovano con montagne di prestiti che non sarebbero mai stati ripagati la tempesta finanziaria si trasforma rapidamente in una crisi economica con le aziende che schiacciate dai debiti tagliano gli investimenti e licenziano i dipendenti che a loro volta iniziano a consumare di meno con la conseguenza che nell’arco di pochi mesi l’economia giapponese entra in una spirale discendente sempre più profonda uno dei casi più emblematici fu quello della Yamaichi Securities una delle quattro più grandi società di intermediazione del Giappone che nel novembre 1997 dopo aver nascosto perdite per 2,1 miliardi di dollari fu costretta a chiudere con le fotografie del presidente che in lacrime durante una conferenza stampa si inchinava in segno di scuse fotografie che divennero il simbolo della crisi e dei suoi effetti in tutte queste faccende il governo giapponese tarda a intervenire sottovalutando la gravità della situazione perché è convinto che si trattasse solo di una normale correzione di mercato quando finalmente il governo interviene è ormai però troppo tardi le banche erano diventate riluttanti a riconoscere l’entità delle loro perdite e continuavano a tenere in vita aziende zombie rimandando nel tempo quella necessaria pulizia del sistema che serviva per girare pagina e uscire dalla crisi il risultato di tutti questi fattori fu quello che molti ribattezzarono come il decennio perduto un periodo di stagnazione economica e deflazione che in realtà sarebbe durato molto più di 10 anni le conseguenze dello scoppio della bolla giapponese furono profonde e durature ben oltre le immediate perdite finanziarie il primo e più evidente effetto fu l’entrata del Giappone in un lungo periodo di stagnazione economica la crescita mediannua del PIL tra il 1991 e il 2003 fu appena dell’1,14% contro il 4,6% del decennio precedente ma ancora più preoccupante fu l’inizio della deflazione nel 1995 per la prima volta dal dopoguerra il Giappone registrò una deflazione e cioè un calo generalizzato dei prezzi deflazione che sarebbe diventata una caratteristica cronica dell’economia giapponese per i due decenni successivi la deflazione creò un circolo vizioso con i prezzi in calo i consumatori rimandavano gli acquisti in attesa di prezzi ancora più bassi e le aziende di fronte a una domanda in calo riducevano la produzione e i salari fattori che a loro volta riducevano ulteriormente il potere d’acquisto dei consumatori rafforzando la spirale deflazionistica dal 1995 in avanti la Banca del Giappone applicò quasi sempre tassi di interesse pari a zero ma questo non riuscì più di tanto nell’obiettivo di stimolare l’economia dal canto suo ci provò il governo con massicci programmi di spesa pubblica pensate che tra il 1992 e il 2000 il governo giapponese varò 10 diversi pacchetti di stimolo per un totale di circa 900 miliardi di dollari con l’unico vero risultato di far schizzare il debito pubblico dal 60% del PIL nel 1990 a circa il 200% di Erno ma forse le conseguenze più profonde della bolla speculativa furono quelle sociali iniziò infatti a sgretolarsi quello che era il sistema di impiego a vita che aveva caratterizzato l’economia giapponese nel dopoguerra e questo perché le aziende per sopravvivere iniziarono a licenziare i dipendenti e a sostituire i lavoratori a tempo indeterminato con lavoratori temporanei privi di sicurezza e protezioni sociali ed è così che piano piano si sviluppò la cosiddetta generazione perduta ovvero tutti quei giovani che si affacciarono al mercato del lavoro negli anni 90 e che non riuscirono mai a trovare un impiego stabile fattore che tra l’altro provocò un cambiamento profondo sulla società giapponese con il tasso di matrimoni e quello di natalità che diminuirono drasticamente aumentarono invece i casi di depressione e il numero di suicidi concentrati perlopi in uomini di mezza età spesso manager o uomini d’affari rovinati dalla crisi tutto questo nel suo complesso ha contribuito a un periodo davvero difficile per il Giappone che come dicevamo prima ha visto il suo indice finanziario principale il Nickei di Tokyo ritornare ai massimi storici di 38.000 punti solo nel 2024 [Musica] giustamente qualcuno di voi ascoltando questo video potrebbe dirmi: “Ma scusa ma a me che mi frega della bolla giapponese scoppiata nell’89?” Beh ci frega perché questa ci può insegnare davvero parecchie lezioni sul mondo degli investimenti che si applicano anche oggi e che è bene tenere a mente e tra queste forse la lezione più importante di tutte è mai sottovalutare il valore della diversificazione soprattutto quella geografica anche io a volte faccio fatica a rendermene conto ma pensiamoci un attimo anche un indice come il nicki che rappresenta il cuore pulsante dell’economia giapponese ci ha messo 35 anni per tornare ai massimi toccati nel 1989 cioè 35 anni è più di metà di una vita adulta immaginate di aver investito tutto lì pensando di aver fatto la scelta giusta per decenni aveste visto il vostro portafogli restare fermo stagnante mentre altrove il mondo correva ecco questo è il motivo per cui diversificare è come costruire una casa con più pilastri se uno crolla gli altri la tengono in piedi perché non possiamo sapere quale mercato andrà male e quale mercato andrà bene nei prossimi anni il Giappone era la superstar negli anni 80 proprio come la Cina sembrava inarrestabile 10 anni fa o come oggi tanti guardano agli Stati Uniti come l’unica certezza ma nessuna economia è invincibile e i mercati lo sappiamo sanno essere imprevedibili per questo è fondamentale non puntare tutto su un solo paese o su una sola area geografica ma investire in modo ampio in modo globale e un modo semplice ed efficace per farlo sono gli ETF su Scalable Capital trovi tutti gli ETF più diversificati a livello globale e puoi investire in centinaia o migliaia di aziende in tutto il mondo dall’America al Giappone dall’Europa ai mercati emergenti con un ETF globale è come se avessi un portafoglio costruito con tanti mattoni diversi se uno scricchola gli altri lo tengono solido perché se c’è una cosa che ha davvero senso portarci a casa dalla storia giapponese è che anche in periodi come quello attuale in cui le valutazioni sono tutt’altro che basse la prudenza e la diversificazione non sono un optional sono le fondamenta di un solito portafoglio perché la storia magari non si ripete esattamente allo stesso modo ma spesso fa rima e conoscere questi episodi ci dà strumenti per navigare i mercati con più consapevolezza e meno illusioni d’altronde come diceva il filosofo George Santaana chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo e anche nel mondo degli investimenti questa frase non è mai stata così vera [Musica]

Nel video di oggi scopriamo la storia dietro alla bolla speculativa giapponese del 1989 e tutto ciò che sta dietro ad uno dei crolli finanziari più grandi di sempre.
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Capitoli:
00:00 Intro
02:40 L’ascesa del Giappone e il suo miracolo economico
04:45 Le ragioni dietro alla bolla giapponese del 1989
08:44 Lo scoppio della bolla giapponese
11:31 Il decennio perduto del Giappone
14:11 Cosa possiamo imparare dalla bolla giapponese?

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