Il Giappone Distruggerà l’Economia Globale
Se vi dicessi che il Giappone, un paese con meno del 2% della popolazione mondiale, potrebbe sconvolgere il mondo intero, probabilmente non passi gran parte del tempo della tua giornata a pensare all’economia del sollevante. Al massimo ogni tanto ti fai un sushi, ma normalmente la gente non ci pensa. Pensiamo più alla Cina, agli Stati Uniti, alle tariffe di Trump. Ma la realtà è che il Giappone da solo potrebbe far aumentare i tassi di interesse in tantissime nazioni, far crollare i portafogli azionari di tutto il mondo e potenzialmente innescare una recessione globale. Perché il Giappone non è un paese a caso, è uno dei maggiori creditori sulla Terra e detiene più di 1000 miliardi di debito pubblico statunitense e per decenni con le sue politiche monetarie è stato il motore nascosto di una delle scommesse più grandi, più profittevoli e forse più rischiose dei mercati finanziari negli ultimi 20 anni attraverso quello che viene definito dagli specialisti lo yen carry trail. Nell’ultimo periodo lo yen tendenzialmente si era forzato, ma non è necessariamente un bene. E abbiamo scoperto perché non è un bene l’anno scorso, nel 2024. Vi ricordate ad agosto cosa è successo? C’è stato uno shock nel mercato, una sorta di short squeeze rispetto al carry trade che ha portato a una rapidissima impennata dello yen, a un crollo delle azioni giapponesi e un effetto a catena che ha sconvolto i mercati finanziari di tutto il mondo dalle azioni US con l’S&P 500 che ha fatto un -5% e il VIX, il cosiddetto indice della paura che nell’arco di poche sessioni ha raggiunto livelli che non si vedevano dal Covid. La banca d’affari JP Morgan aveva già avvertito che lo scioglimento del Carry Trade era solo a metà strada e ora nel 2025 sta continuando. I titoli di stato giapponesi stanno crollando di valore, i tassi di interesse, i rendimenti dei bond dei titoli di stato giapponesi a lungo termine a 30 anni stanno salendo. Le aste delle obbligazioni di Stato stesse stanno cominciando a fallire e questo sta causando uno smantellamento da trilioni di dollari in leva finanziaria globale e molti investitori giustamente cominciano a essere spaventati. Quella che ti racconto oggi non è la storia attuale del Giappone, è la storia della fine di un’era, l’era dei soldi facili col carry Trade. Quando il debito sovrano globale è così alto, ma la demografia di un paese comincia a essere disastrata, c’è solo una via d’uscita che è la svalutazione monetaria. E quando questo accade gli investitori cominciano a cercare rendimenti migliori altrove. E il flusso di capitale, a causa di questi aspetti macroeconomici, se ne va su altri asset e crea opportunità su cui noi trader possiamo capitalizzare. Negli ultimi mesi, ogni settimana, stiamo vedendo esattamente questa opportunità e condividendo con voi gratuitamente tutte le idee di trade, pubblicamente in modo totalmente trasparente qui su YouTube e che hanno avuto delle performance davvero notevoli. Ti lascio la playlist in descrizione in caso. Ora, prima di entrare nei dettagli fighissimi di quello che sta succedendo, devo parlare di qualcosa di cui raramente si sente parlare, che è la demografia. In economia un sistema economico può crescere tipicamente in due modi: una crescita strutturale, quindi aumento della produttività e aumento della demografia, quindi nascono più persone e la popolazione è tendenzialmente più giovane. O un secondo modo in cui un’economia può crescere e espandersi è attraverso il debito. Una crescita tramite il debito inevitabilmente crea dei cicli perché una nazione si indebita poi deve pagare il debito esattamente come un privato. Una crescita strutturale tendenzialmente dura più nel lungo termine. E nello specifico la demografia spiega l’età di una popolazione o anche che fetta della popolazione lavora, che fetta invece va in pensione, quindi chi paga le tasse e chi ne è il beneficiario, perché deve esserci un equilibrio. In Italia, ad esempio, non si è per niente estranei a problemi di solvibilità e di sostenibilità di lungo termine del sistema pensionistico. E quando in un paese ci sono meno giovani, la crescita economica piano piano rallenta, perché la forza lavoro si abbassa, le entrate fiscali per lo Stato si abbassano e allo stesso tempo aumentano le spese del governo per l’assistenza sanitaria, per l’assistenza sociale ai pensionati. In altre parole, una demografia debole crea una economia debole e si dà il caso che il Giappone sia il paese più vecchio al mondo con il 30% della popolazione sopra i 65 anni e il suo tasso di natalità è sotto al cosiddetto tasso di sostituzione e questa cosa si sta aggravando già da decenni e per esempio si stima già che entro il 2050 il Giappone perderà circa 20 milioni di persone, circa un terzo dell’Italia. Mh. Ok. Quindi la crisi dell’invecchiamento non riguarda soltanto gli ospedali e le pensioni, riguarda l’intera economia, perché come abbiamo detto meno lavoratori vuol dire più spesa pubblica e l’unico modo per tenere in vita in funzione un sistema del genere e non far crollare l’economia, l’unico modo è attraverso l’indebitamento. Ecco perché il Giappone ad oggi, tra le economie sviluppate ha il rapporto tra debito e PIL più alto al mondo, superiore al 260%, e per anni il Giappone ha, tra virgolette fatto finta di niente. Il governo poteva prendere in prestito trilioni perché la banca centrale teneva i tassi di interesse su quel debito a zero. Quindi il governo giapponese ha sempre avuto soldi gratis e da sola la banca centrale giapponese con il quantitative easing ha acquistato circa la metà del debito pubblico giapponese, ma gli investitori giapponesi giustamente volevano un rendimento un pelino maggiore dello 0%, no? volevano parcheggiare tutta quella liquidità, tutti quei soldi con un rendimento buono e così hanno acquistato titoli di stato statunitensi che negli ultimi anni hanno avuto sicuramente un rendimento, ci vuol poco maggiore rispetto a quelli giapponesi, motivo per il quale il Giappone è diventato il più grande creditore degli Stati Uniti, il più grande detentore di titoli del debito pubblico statunitensi. Ma ora, nel 2025, questo equilibrio sta iniziando a rompersi perché tutto questo debito, specialmente adesso con l’inflazione che è arrivata anche in Giappone dopo anni che non si vedeva, sta iniziando a fare un’enorme differenza. Adesso vi spiego perché questa cosa impatterà i mercati a livello globale. Il Giappone per tutto questo tempo non ha semplicemente acquistato titoli di stato statunitensi, ha investito un po’ ovunque, anche in azioni, in immobili e ha contribuito a pagare le spese del governo americano, il deficit che da anni sta facendo il governo americano per sostenere l’economia. Questo al contempo ha aiutato gli Stati Uniti a tenere i tassi di interesse convenienti e ad avere sempre dal Giappone pronti gli investitori che finanziassero la spesa pubblica statunitense. Ma l’unico motivo perché questa cosa potesse succedere erano i tassi di interesse a zero in Giappone che erano bloccati a zero. Questo ha creato uno dei cheat code, uno dei bancomat finanziari della finanza globale più pazzeschi degli ultimi 30 anni che si chiama appunto il carry trade. Cos’è il carry trade? Un investitore o un edge fund o una banca prende in prestito yen a tasso zero, con quegli yen ci compra titoli del debito pubblico statunitensi che gli danno un rendimento più alto, guadagnando gratis questa percentuale di differenza, questo spread tra un titolo e un altro. E come abbiamo detto, questo spread di rendimento poi va un po’ su tutte le asset classe, non solo sui bond, però il bond è quello senza dubbio più safe, visto che i titoli del debito pubblico statunitensi tendenzialmente sono molto solvibili o hanno un credit rating molto alto. Quindi moltiplicate questo trick, questo trade per trilioni e capite perché questa cosa ha un impatto sulla finanza in senso globale e perché questo trade è stato definito il global money glitch. Per esempio, nel 2023 i tassi di interesse USA erano superiori al 5%, mentre i tassi di interesse giapponesi erano ancora negativi. E questo ha creato un enorme incentivo a prendere yen a basso costo e a comprare bond statunitensi. E al suo apice Bloomberg stessa ha stimato che il carry trade totale sullo yen contasse centinaia di miliardi. Ok? E qui arriva l’inghippo. Questo trade funziona solo se i tassi di interesse del Giappone rimangono a zero. E se lo yen rimane chip? Se per caso lo yen si rafforza o se i tassi di interesse, i rendimenti giapponesi salgono, questo trade comincia a fare dei seri danni e se i danni diventano troppo costosi, gli investitori sono costretti a vendere tutti i loro asset statunitensi per coprire le perdite. Ed è esattamente quello che ha iniziato a succedere nel 2024. La Banca del Giappone ha alzato i tassi di interesse per la prima volta dopo decenni. Lo yen è salito più del 10% in qualche settimana e la reazione dei mercati non è stata particolarmente allegra. Il mercato giapponese ha perso tantissimo, le azioni statunitensi sono crollate, Bitcoin ha crollato e JP Morgan ha avvertito che la liquidazione di questo trade era solamente appena iniziata e ora, nel 2025 a gennaio c’è stato l’ultimo rialzo, quindi i rendimenti dei titoli di stato giapponesi si alzano e lo y inizia a rafforzarsi, il che significa se dovessero continuare a verificarsi altri rialzi dei tassi di interesse che di nuovo trilioni di dollari in leva finanziaria globale sono di nuovo a rischio di disfarsi una margine colla. alla volta. E ora, per la prima volta in decenni il Giappone non solo potrà cominciare a smettere di comprare titoli di stato statunitensi, ma potrebbe iniziare a venderli. E questo mi porta a parlare a ciò che sta succedendo adesso sul mercato obbligazionario giapponese, che non è proprio carino. A maggio 2025 i rendimenti dei bonda 30 anni giapponesi hanno bucato il 3%, arrivando al 3,6, che è un massimo storico che potrebbe non sembrare tanto se siamo abituati ai titoli di stato europei o i titoli di stato statunitensi, ma per il Giappone è tanto, perché questi dovrebbe essere i titoli più sicuri da tenere in Giappone, i più sicuri e i più stabili. E ora gli investitori cominciano a volere un premio molto più alto per detenerli. Questo elemento dei rendimenti dei titoli di stato si chiama Risk Premium. Il rendimento dei titoli di stato tipicamente è direzionato dai tassi di interesse della banca centrale, soprattutto per i bond di breve termine, dalle aspettative sull’inflazione a lungo termine e dal cosiddetto risk premium, cioè un premio per il rischio che uno si assume a prestare questi soldi. E questa parte giustamente sta aumentando. In altre parole, gli investitori vogliono interessi più alti perché la loro fiducia che il Giappone riuscirà a ripagare il proprio debito in tempo e nei modi e nelle cifre previste sta calando. E questo debito pubblico al 260% non ha mai causato una crisi, perché la banca centrale ha continuato a stampare soldi e a prestarli al governo a tasso zero. E questa cosa funziona finché non smette di funzionare. Il Giappone quindi si sta tirando indietro e gli investitori stanno testando il vero valore di questi titoli, il vero valore organico naturale, senza l’intervento dello Stato e della Banca Centrale. E ciò che il mondo intero ha visto adesso è un fallimento delle aste. gli investitori, cioè, non fanno offerte per quel valore, per quel rendimento. Quindi l’unico modo per far comprare questi titoli di stato è alzare l’interesse. Però così facendo si interrompe il carry trade e quando le persone cominciano a perdere la fiducia in titoli e cominciano a valutare titoli che dovrebbe essere il più safe come fossero delle penny stocks e a shortarle, piano piano c’è il rischio che venga messo in dubbio la fiducia sul sistema finanziario globale e quindi i capitali degli investitori cominciano a fluire su asset che sembrano mantenere il valore nel tempo, che non siano manipolati dalle banche centrali o dai governi, che siano più decentralizzati e immuni al cosiddetto yield curve control come oro. o Bitcoin che stanno performando molto bene e che nelle live stiamo longando da un bel po’. Ora lungi da me dire che il Bitcoin sostituirà lo yen al dollaro statunitense domani, ma quello che sta mostrando questo flusso di capitale è quanto velocemente possono spostarsi i capitali quando l’asset sicuro di un paese comincia a vacillare. Ma il protagonista, la potenziale vittima più grande di questo scioglimento del carry trade sono proprio gli Stati Uniti che già non se la stanno vivendo bene a livello di debito sovrano, di cui parleremo in un prossimo video, perché per anni il Giappone ha contribuito a mantenere la spesa pubblica per certi versi folle degli Stati Uniti e questo porterebbe di nuovo ulteriore volatilità nel mercato obbligazionario statunitense perché già la liquidità non è un granché e la Fed ha dovuto intervenire molte volte proprio nel mercato obbligazionario per una mancanza di liquidità, quindi per gli Stati Uniti perdere per il loro maggiore creditore adesso non è granché. Quindi molti dei prossimi momenti più volatili del mercato stanno adesso in mano alla banca centrale giapponese, perché con più di 1,3 quadrilioni di yen di debito, ovvero il 260% del loro PIL, vuol dire che anche un minimo rialzo dei tassi di interesse vuol dire aggiungere circa 85 miliardi di dollari in più di pagamenti che il governo giapponese deve fare di interessi ogni anno. Quindi, oltre a vendere titoli di Stato statunitensi, il Giappone ha due opzioni e nessuna di queste è bella. Opzione uno è alzare i tassi di interesse per combattere l’inflazione, ma questo sarebbe come per te avere un mutuo su cui improvvisamente gli interessi che devi pagare schizzano e raddoppiano. Opzione due è mantenere invece i tassi bassi e permettere al governo di spendere ancora di più e svalutare la propria valuta. Così lo yen si indebolisce e il costo di importare prodotti diventa però molto più alto. Però il governo giapponese oggi si sta chiedendo fin quanto possiamo fingere che tutto questo sia sostenibile. Perché una volta che costruisci un’intera economia sulla base di debito a tasso zero, quando cominci ad alzare un pelino, il sistema crolla. Quindi, come evolverà questa situazione? Sarà assolutamente cruciale e il tema dei debiti sovrani sarà uno dei principali driver dei mercati finanziari nei prossimi anni. Se non ti sei già iscritto al canale, fallo perché continueremo a seguirla assieme. Se ti è piaciuto il video, lascia un like per l’algoritmo. Noi ci vediamo nel prossimo video.
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