Europa in rialzo, Trump minaccia dazi sul Giappone

[Musica] [Applauso] Buongiorno e bentornati su You Capital 24. Grazie per essere con noi nella nostra mattinata che comincia con un’analisi economica di quello che sta succedendo nel mondo, perché siamo arrivati a una settimana esatta dalla scadenza del 9 luglio, data in cui dovrebbero, eh se non ci saranno proroghe, entrare in vigore i dai reciproci al 50%. Ovviamente in questo periodo eh sono in corso eh e sono state in corso trattative eh con tutti gli Stati, non solo l’Unione Europea, per trovare una soluzione, insomma, più vantaggiosa per tutti i paesi coinvolti. Il presidente Donald Trump nelle scorse ore ha parlato mettendo in chiaro le difficoltà che sta avendo con soprattutto con il Giappone e invece sembra che si avvicini una trattativa più veloce con l’India che erano i due punti forse più ehm importanti a livello di trattative e di difficoltà delle trattative con Trump. Mentre per l’Unione Europea ancora non abbiamo notizie, si parla di un dazio reciproco del 10% nella migliore delle ipotesi e nella peggiore, come già annunciato, il 50%. Adesso cerchiamo di capire le conseguenze che potrebbero avere entrambi le ipotesi per l’Unione nel caso, appunto, venissero confermati una la prima o la seconda ipotesi. E lo facciamo collegandoci subito col nostro primo ospite della giornata che è Lucio Poma, capoe economista di Nomisma. Buongiorno Lucio.
Buongiorno Giulia. Come dicevo, due ipotesi sul tavolo per la l’Unione Europea. Il 50% di dazi reciproci, come annunciato mesi fa da Donald Trump, oppure, nella migliore delle ipotesi, un 10%. Volevo capire qual eran quali potrebbero essere le ripercussioni in entrambi i casi, quindi quello migliore 10% e quello invece temuto al 50%. Eh, prima però diciamo che vediamo se poi le mette il nove, perché eh sui dazzi c’è veramente una montagna russa continua di annunci tale per cui la borsa, se vedi, le imprese m faticano ormai a credere a qualsiasi tipo di annuncio, positivo o negativo. Ricordiamo anche che Powell non ha toccato i tassi di interesse con la motivazione sua, vediamo se è vero o meno, che aspettava di vedere l’effetto dei dazzi. Sai che Trump ha spinto Powell a muovere i tassi? In realtà i dazzi quindi eh sono una questione molto complicata, non solo esterna. per l’America, ma anche interna, cioè non ha un consenso interno così largo sui dazzi. Per questo motivo io aspetterei ancora ehm anche proprio il penultimo giorno del 9 possono cambiare idea, però veniamo alla tua domanda. Se dovesse accadere, no? Allora, se dovesse accadere, diciamo velocemente che cos’è un dazio a chi ci ascolta. Il dazio è un aggravio di di prezzo che deve pagare in questo caso, l’americano se vuole comprare un bene europeo o italiano. Parliamo anche di noi, no? Del nostro paese. Questo che cosa fa? fa sì che laddove lo stesso bene è prodotto sia dagli Stati Uniti che dall’Europa, eh il consumatore americano abbia più facilmente preferenza per il bene degli Stati Uniti, perché gli costa relativamente meno rispetto al bene europeo, non che gli costa meno perché sono diminuiti i prezzi negli Stati Uniti, perché che sono artificialmente aumentati i prezzi dei beni europei o italiani nel nostro caso. Ehm, quindi il dazio funziona laddove tu hai sostituibilità dei beni. Faccio sempre un altro esempio per far capire ai nostri eh ascoltatori se il dazzio, l’Italia, l’Europa lo mettesse sul petrolio o sul gas, sarebbe solo un costo maggiore per il nostro paese. Perché non possiamo dire “Ah, allora l’italiano compra il eh il petrolio fatto estratto in Italia o estratto in Francia”. Però i beni, Giulia, non sempre sono perfettamente sostituibili, cioè anche beni che eh sembrano apparentemente aver le stesse caratteristiche tecniche o o di funzione per per il consumatore, molto spesso non lo hanno. Per esempio, nel nostro caso, il made in Italy su tutti i prodotti, automotive, packaging, vestiti, vasi, lampade, arredamento, cucine e via dicendo, è un valore aggiunto molto a molto molto apprezzato nel mondo e anche dagli americani. Ora bisogna capire se questo dazio è superiore a quello che è il prezzo che è disposto a pagare l’americano pur di avere un bene eh italiano, no? Ehm, questo è il punto. Eh, un dazio del 10% a mio avviso non muove su questi tipi di segmenti minimamente. Il mercato però le può muovere ad esempio sui farmaci, no? sui farmaci non alto valore aggiunto, quelli gli equivalenti, però non a caso, visto che l’America ha bisogno delle nostre medicine europee, Trump aveva detto che sui farmaci non c’erano i dazzi, quindi quei beni un po’ che sono lì proprio che galleggiano nella competitività con quelli americani, il datzo del 10% le può le può spiazzare. i beni ad alto valore aggiunto e made in Italy, no? un dazio del 50% inizia a essere oneroso, nel senso che magari non è detto che l’americano compri eh il vestito americano, anche perché sono orrendi rispetto ai nostri che sono bellissimi, ma magari voleva comprare tre completi, ne compra due. Quindi non è detto che ci sia un effetto sostituzione, ma ci può essere un effetto riduzione del del consumo. Ci può essere un altro effetto con un dazio alto, eh, del 10 no, ma del del 50 sì. un problema di rimando nel tempo dell’acquisto. Cioè, se io sono un americano e penso eh che i dazzi del 50% in realtà reggano poco tempo, 3 mesi, 4 mesi, 5 mesi, aspetto a comprarmi l’auto italiana, aspetto a comprarmi il vestito italiano. Quindi sposto il mio consumo, lo ritardo nel tempo. Questo nel lungo periodo non dà eh non dà problemi, ma dà problemi per le imprese nei flussi di cassa dei trimestri. Ti ti dico una cosa importante, un effetto opposto a questo è stato fatto nel primo trimestre del 2025. Il nostro esport ha fatto dei dati strepitosi, usa + 11,5 Germania, Francia, eccetera. Perché? Perché in quel trimestre, ipotizzando che i da sti ricordi dovevano partire fine aprile, inizio maggio, le imprese che avevano prodotti in magazzino hanno caricato le navi per far arrivare i prodotti in America prima che scattassero i dati. Quindi in questo caso abbiamo avuto l’effetto contrario, cioè di anticipare le vendite. Non ho ancora il dato del secondo semestre, ma mi attendo un rimbalzo verso il basso. Ecco, quindi spostano su questo. L’ultima cosa, poi concludo e ti lascio la parola. Oltre ai datzi bisogna anche considerare la valuta, cioè l’euro si sta apprezzando molto. Un euro che si apprezza del 10% è come mettere un dazio generale su tutti i beni europei del 10%. Perché? Perché l’americano che paga in dollari il bene europeo che però è in euro, se l’euro è molto più forte lui deve pagare più dollari per avere lo stesso eh prezzo europeo. Ad esempio, anche il turismo ne risente di una moneta molto forte. Tu sai che quando il dollaro era molto forte per gli americani venire a far turismo in America se la differenza del 30% costava il 30% in meno. Quindi non sottovalutiamo la valuta perché può avere lo stesso effetto di un DAZ. Quindi export danneggiato sia dalle tariffe che anche dal dollaro. Effettivamente una combo che potrebbe essere particolarmente significativa. Staremo a vedere. Detto questo, Lucio, volevo tornare indietro di qualche minuto perché a inizio intervista hai detto che non sei così sicuro che ci potranno essere delle tariffe effettivamente, quindi dei dazzi a partire dal 9 luglio. Pensi che sia solo un posticipare per trovare un accordo o insomma hai la speranza che proprio ci sia un 00 palla al centro come in realtà era già stato ipotizzato nei mesi scorsi? Guarda, non lo so. Cioè, siamo in una situazione in cui dobbiamo porre attenzione. Noi ci concentriamo su Trump, no? I dazzi di Trump. E quindi come se tutto dipendesse unicamente, no, da lui che ha un potere forte, ed è anche persona instabile nelle scelte, no, che cambia in continuazione idea. Ma io penso che in questo momento l’intera America sia nell nella grande incertezza e e veramente non sa bene quale direzione prendere. Eh mh, non dimentichiamoci, facciamoci una domanda, la più importante. Perché bisogna mettere i dazzi dall’America? perché non è più competitiva, perché non è più la prima potenza al mondo come competizione. Punto. E questo volento, nolente, Trump l’ha dichiarato ed è stata una doccia fredda per gli americani. E adesso provano con tutta la parte militare a che è praticamente Gvernment, cioè la la domanda trainata dalla dalla spesa pubblica, no? Chenesiana, no? Eh, cioè stanno provando tutte le strade per recuperare competitività, ma in maniera artefatta, artificiale, cioè mettere gli aiuti alle imprese, i dazzi, far la domanda pubblica militare, sono tutte operazioni che ti aiutano sicuramente ti da una parte ti lanciano i consumi, dall’altra ti migliorano la bilancia commerciale, ma non ti risolvono il problema. Se fai delle auto che sono più brutte, meno efficienti, più pesanti o delle moto così o degli abiti brutti, questi restano brutti. Quindi bisogna che l’America si svegli e capisca che deve recuperare competitività anche nei settori quello tecnologico dove è sempre stata la leader indiscussa e dove adesso da qualche anno la Cina sta facendo sul serio. Perfetto Lucio, io ti ringrazio moltissimo per essere stato con noi. Purtroppo, anche se i temi sono ancora tanti che vorrei trattare con te, abbiamo finito il tempo, quindi ti devo salutare, ma spero di riaverti qua presto.
Ciao Giulia, ciao a tutti. Grazie ancora. Noi ci dobbiamo fermare qualche secondo e poi torniamo insieme per parlare di Forex. A tra poco.

Trump ammette difficoltà sui dazi con il Giappone, possibile aumento al 30-35%. Intanto cresce l’ottimismo per un accordo con l’India. Le Borse europee partono in rialzo, mentre Wall Street resta incerta. Scadenza del 9 luglio per le trattative.

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