Giappone come soluzione di investimento? Scopri perché con Columbia Threadneedle e Alfonso Selva….
[Musica] Giappone per investire è una buona scelta. Oggi parliamo di Giappone come forma di investimento. Ma prima di lasciarti alla puntata ti ricordo che è uscito il mio nuovo libro, Tesoreria trasformativa, un libro per imprenditori dove parlo di come liberare i capitali inutilizzati, come ottenere migliori condizioni dalle banche, come pagare meno tasse in modo legale e come usare Bitcoin per ricevere e fare pagamenti per la tesoreria delle imprese. Un libro dedicato agli imprenditori, ma non solo. Vai su Amazon, cerca tesoreria trasformativa e compra il libro e poi dimmi cosa ne pensi. Giappone, per investire mordi e fuggi o nel lungo termine? Ciao e benvenuto alla nuova puntata del video podcast Finanza Semplice di Alfonso Silva. Io sono un consulente finanziario, lavoro per una grande banca a livello nazionale, mi occupo di banca, investimenti e assicurazioni. In questo podcast la promessa che ti faccio è che ascoltandolo fino alla fine aumenterai di molto la tua cultura finanziaria e quindi sarai molto, ma molto più preparato quando andrai davanti al tuo consulente finanziario ce l’hai, alla banca Vecchio Stile, al bancone, insomma, aumenterai di molto la capacità di investire al meglio i tuoi soldi. E oggi non è, non faccio il mio monologo, ma ho ospite il rappresentante di una grande società di investimento che si chiama Columbia Thread Needle, nella persona di Davide Renzulli. Ciao Davide, benvenuto. Grazie Alfonso e buonasera a tutti. Allora Davide, la prima cosa presentati un attimo tu e la tua società, chi siete, cosa fate. Velocissimo, perché oggi parliamo di Giappone e siete molto esperti su questo e quindi per quello ho voluto a tutti i costi intervistarti su questa cosa. Però prima dire un po’ chi siete il vostro background. Certo. Sì. Columbia Trin Needle Investments è una società di gestione internazionale indipendente. Siamo una società che fa parte di un gruppo angloamericano, quindi la nostra sede è sia sugli Stati Uniti che nel mercato inglese e poi abbiamo la presenza su tutto quello che è il mercato europeo, IV, incluso anche il mercato italiano nel quale io chiaramente faccio parte. Io mi occupo di seguire le relazioni commerciali per quanto riguarda quelli che sono i nostri clienti. Chi sono i nostri clienti? sono compagnie assicurative, fondi pensione, sono i consulenti, sono tutti coloro che fanno delle attività di promozione ed intermediazione finanziaria, un punto di riferimento per la clientela retail. Ehm, diciamo che la società è appunto una società internazionale e in questo momento chiaramente siamo una delle 30 società di gestione nel ranking, se si può stilare una classifica a livello di masse gestite a livello internazionale.
Oh, oggi parliamo di Giappone. dico, io ho qualche annetto sulle spalle, non sono proprio un giovinotto, quindi mi ricordo nel passato quando salì, salì, salì, poi fece un botto e sono 20 anni, erano 20 anni che il Giappone era veramente sotto sottoterra a livello proprio finanziario, no? Nessuno lo voleva, nessuno ci investiva più, però negli ultimi tempi c’è avuto un po’ di risveglio e io, come molti altri miei colleghi, sai, un po’ più anziani, abbiamo grossi dubbi sul Giappone. Te l’ho detto, lo sai, noi ne parliamo sempre, ci confrontiamo. Tu mi detto, “Guarda Alfonso, mi piacerebbe spiegarti a te e anche a chi ti segue perché secondo noi il Giappone invece è una buona scommessa.” E devo dire che comunque non sei il solo, non sei l’unica società che è che ha detto questo. intervistata anche un’altra qualche mese prima che ci fosse, diciamo, il boom del Giappone che aveva fatto la sua la sua, diciamo, proposta e che ci azzeccò. Devo dire la verità, io ero molto dubbioso, però e sono sempre dubbioso sul fatto del lungo termine. Tu mi hai detto “Ma secondo me ti sbagli” e quindi oh, sono qua, spiegami tutto da dove partiamo sul Giappone. Beh, insomma, diciamo che il Giappone ha affrontato una delle più grosse, diciamo, difficoltà, se vogliamo, in termini finanziari negli anni 90, i primi anni del 2000. c’è stato, diciamo, quello che è una spirale deflattiva che chiaramente ha tenuto eh sotto pressione l’intero listino finanziario giapponese che, tra le altre cose in passato se quando ancora la Cina non rappresentava quello che è oggi di fatto era la seconda piazza finanziaria più importante dopo gli Stati Uniti. Quindi oggi è la terza piazza, ma proprio perché è la terza e non è l’ultima non può essere dimenticata. Eh direi che però il Giappone nel corso degli ultimi 20 anni mh diciamo ha iniziato delle strutturaliforme che negli ultimi 10 invece poi hanno iniziato a dare i loro frutti. Quindi è un processo che parte da lontano e oggi si stanno raccogliendo chiaramente gli aspetti positivi di queste riforme, per cui direi che oggi Giappone sicuramente è un è uno è un’area finanziaria che andrebbe considerata in quella che è una pianificazione finanziaria perché ci sono più di un motivo, più di un aspetto positivo per considerarla. Eh, ci sono, diciamo, in modo capite, anche perché i giapponesi sono sempre molto lenti nelle loro decisioni, ponderati, però in effetti in qualsiasi campo poi decidono di entrare poi come un po’ tutti gli orientali, come anche i cinesi, no, programmano, programmano, programmano, quando poi arrivano di solito raggiungono il risultato che si sono prefizi. Penso che anche loro è la stessa cosa. Ma guarda, c’è un termine che il cosiddetto e famoso kaien, insomma quello dei piccoli cambiamenti che avvengono giorno per giorno e loro sono sicuramente ne fanno leva su questi su questa loro cultura, per cui sicuramente sono stati passaggi piccoli, ma importante che nel lungo termine hanno portato ad essere oggi una piazza finanziaria che dal dal problema della deflazione invece oggi cominciano a intravedere anche quello che è un livello inflattivo che come sappiamo l’inflazione, se non è elevata, è anche abbastanza salutare per le economie. Pertanto direi che sicuramente il tempo è stato quello che ha premiato eh più su più su su qualunque circostanza, su più aspetti a far sì che oggi il Giappone possa essere interessante da un punto di vista quantomeno del mercato azionario eh in termini proprio di di classe di attivo. Perché infatti ricordiamo che qua prendiamo in considerazione soprattutto l’azionario perché l’obbligazionario, i tassi in Giappone fino a poco tempo fa erano come erano da noi fino a qualche anno zero sotto zero, diciamo. Oggi stanno tasso ufficiale 0525, non mi ricordo mai quanto stanno i tassi ufficiali giapponesi.
Sì, di fatto sono ancora molto bassi. hanno fatto un aumento, diciamo, proprio recentemente di 0,25 punti base e quindi difatti siamo fermi lì. Però non ci dimentichiamo che arriviamo da anni in cui i tassi sono stati in negativo, per cui anche se poco quel piccolo aumento rappresenta sicuramente in termini percentuali un passo molto importante. Per cui eh da un punto di vista obbligazionario ritengo che il mercato giapponese non abbia chiaramente un grosso appeling, però da un punto di vista azionario, chiaramente il fatto di essere ancora con tassi tutto sommato abbastanza contenuti e un’inflazione che non desta particolari problemi, il mercato zionario potrebbe essere interessante da prendere in considerazione. Ci vuoi dire un po’ quali sono i numeri? Da dove come come mai lo vedete così? Ci vuoi citare qualche studio che avete fatto? Sì, allora ci sono quelli che il nostro team di gestione ha cognato i cinque Low in inglese, ovvero i cinque punti di minimo che secondo noi sono di supporto per quanto riguarda il tessuto economico e finanziario del Giappone. Innanzitutto, come stavamo dicendo, e contrariamente a quello che è avvenuto negli ultimi 3 anni in cui la maggior parte delle banche centrali hanno aumentato i tassi, il Giappone chiaramente è rimasto fermo, li sta aumentando adesso. in contropartita quello che è invece un movimento dove le banche centrali per rilanciare l’economia invece li stanno tagliando. Quindi direi che il Giappone oggi offre ancora un livello di tassi basse nonostante siano in controtendenza li stiano aumentando piano piano, ma come dicevo prima siamo fermi allo 0,25, quindi un mercato che è ancora una politica monetaria espansiva. Per contro abbiamo un’inflazione che inferma in 26 27% su base annua, quindi come dicevo un’inflazione tutto sommato che non dà problemi e che può essere salutare in un mercato come quello del Giappone che per anni non ha visto inflazione. Eh dopodiché c’è un basso livello di leva finanziaria, nel senso che eh la quota di liquidità eh che c’è all’interno delle aziende dopo le opportune modifiche e riforme che hanno fatto oggi è prossima al 40% del PIN giapponese. Quindi vuol dire che le aziende sono in salute meglio di quanto non lo fossero in passato e hanno liquidità da investire nei processi produttivi.
E poi Davide ricordiamo che se anche si dovessero indebitare si indebiterebbero un tasso dello 0,25 che insomma sappiamo che la borsa quando le aziende si indebitano a un tasso bassissimo gli fa molto bene, quindi anche se dovessero chiedere soldi al mercato, no? Assolutamente sì. Sì, m per quanto di liquidità ce n’è, ma qualora dovessero anche ricorrere dei prestiti, chiaramente come come hanno fatto anche investitori esteri, invitarsi in in valuta giapponese, chiaramente, visto i tassi che ci sono, è più conveniente che in altre aree del globo. Un altro aspetto molto importante è la bassa allocazione alle azioni da un punto di vista del mercato retail, ovvero ci sono chiaramente degli incentivi fiscali, delle esenzioni fiscali per il cittadino e l’investitore giapponese che volesse investire sulla Borsa del Giappone. Questo chiaramente depone a favore dei flussi che entreranno sulla borsa del Giappone proprio perché comunque c’è un incentivo anche da un punto di vista fiscale. Sappiamo bene che quando si parla di incentivo fiscale eh questo rende abbastanza appetibile qualunque cosa. Eh dopodiché ci sono chiaramente delle valutazioni delle dei delle delle aziende, quindi le quotazioni oggi in termini relativi, se confrontate con un mercato come per esempio potrebbe essere quello americano, sono sicuramente più attraenti, quindi sono più a buon mercato. E poi l’ultimo aspetto l’ho lasciato per ultima, ma non perché è meno importante, anzi forse è il più importante che piace a noi è che dopo le riforme che sono state apportate nel corso degli ultimi, diciamo, due decenni eh c’è st c’è stata una un miglioramento nella governance aziendale. Cosa vuol dire? Vuol dire che le aziende sono più eh propense a lavorare e a ragionare per premiare gli azionisti, quindi c’è un’attenzione particolare e migliorata tutta quella che è la parte di gestione delle aziende e questo spirito più imprenditoriale, più rivolto a premiare gli azionisti, chiaramente ha fatto sì che la borsa del Giappone diventasse sempre più interessante. Quindi ci sono vari fattori che concorrono a creare uno scenario che oggi è diverso da quello che abbiamo visto negli anni 90 o i primi anni del 2000 e può continuare a offrire degli spunti importanti per quanto riguarda la borsa giapponese. Hai qualche altro dato per cui con queste premesse dove potrebbe arrivare? Come potrebbe svilupparsi la situazione? Ma allora diciamo che in particolare le riforme di cui parlavo prima sono delle riforme che sono state introdotte attraverso il famoso termine cognato come abenomic. Quindi il passaggio dalla deflazione all’inflazione è avvenuta per effetto delle riforme portate avanti dal ministro Ave che sono iniziate nel ritardo 2013, quindi parliamo ormai più di 10 anni fa e che proprio da lì hanno marcato quello che è stato un punto di svolta del listino giapponese che oggi è tornato quasi a toccare i massimi che non si vedevano dagli anni 80. Quindi diciamo che questo ha fatto sì che l’indice Nikei eh chiaramente ha ha subito una crescita strutturale dovuta chiaramente alle riforme e oggi poggia le basi su quelle che sono degli aspetti più solidi di quanto ci si potesse aspettare in in passato. Questo è stato chiaramente un effetto, le riforme hanno avuto un impatto positivo sulla politica eh sul mercato, ma soprattutto sull’intero, diciamo, tessuto macroeconomico del Giappone. Se vogliamo, diciamo che sul Giappone ci sono altri fattori, magari anche più entrando un po’ più nel tecnico, che hanno concorso al miglioramento e è anche uno dei motivi per i quali noi continuiamo ad essere, diciamo, propositivi verso quest’area è che innanzitutto eh la crescita degli utili. La crescita degli utili, chiaramente sul Giappone è stata elevata eh nonostante quella che è stata la bassa crescita del PIL, se vogliamo, nel corso degli ultimi anni. Eh, se andiamo a vedere l’utile per azione, il cosiddetto indice earning per share, eh, negli ultimi 10 anni è stato guidato eh non dall’espansione dei multipli, ma è stato guidato più che altro dalla crescita degli utili. Proprio per quello che dicevo, una migliorata governance ha fatto sì che chiaramente le aziende lavorassero di più per essere più vicini agli azionisti e quindi come lo si fa? Migliorando chiaramente gli utili. è l’unico modo per cercare di rendere felici chi investe nel proprio nella nella tua azienda, nel proprio titolo. Anche perché, ricordiamolo, le aziende crescono in borsa perché crescono gli utili, perché quando gli utili crollano e i le quotazioni delle aziende in borsa scendono, quindi se gli utili sono presenti, cioè tutto è la borsa anticipa e sconta gli utili futuri delle aziende, cioè non non lavora sull’oggi, ma lavora sul futuro. Quindi se questa è il momento è il futuro, la previsione è questa. Quindi per questo dovrebbero salire i corsi delle azioni giapponesi, giusto? Assolutamente. Diciamo che spesso accade anche che ci sono aziende dove crescono i prezzi nonostante gli utili non crescano. Quindi lì vuol dire che c’è un un effetto in cui sale solo una variabile e solitamente poi quando il mercato lo realizza, magari quel prezzo lì può cessare di crescere, ma se la crescita del prezzo è supportata dall’utile vuol dire che è una crescita sana. Quindi questo è quello che è accaduto chiaramente nel corso degli ultimi 10 anni sul mercato giapponese per effetto di di quello che ci siamo detti. mh poc’anzi. Quindi voi cosa consigliate nel come vedete i prossimi anni sul sul Giappone? come
ma diciamo che se se prendiamo in considerazione la crescita degli UTI, le basse valutazioni dei prezzi, un altro fattore molto importante è stato anche se vogliamo, una che denota sempre questa maggiore attenzione nei confronti degli azionisti da parte delle aziende giapponesi è stato anche la crescita dei del pagamento di dividendi che per anni è stata veramente sottotono e che negli ultimi 10 anni sono raddoppiati, quindi le aziende hanno pagato più dividendi degli azionisti, ma anche quelli che sono i famosi buyback che ormai vanno molto di moda anche se vogliamo, ovvero di moda ci sono sempre stati sul mercato, però negli ultimi anni anche sul sul fronte occidentale i buyback sono aumentati in modo particolare e la maggior parte spieghiamo cosa sono i buyback. sono le le azioni le aziende comprano loro stesse le proprie azioni, quindi diminuendo il numero delle azioni in circolazione automaticamente aumenta il valore di quelle che restano sul mercato. Ecco, no, scusami, ma sai buyback molte persone magari dice che so che è un buyback, quindi spieghiamola. Ecco, questa è una cosa molto positiva perché invece di di distribuire il denaro lo usano per ricomprare le azioni e quindi fanno salire i corsi dell’azione della della società stessa. Sì, esatto. L’hai spiegato benissimo. È una forma alternativa di remunerazione degli azionisti, quindi sostanzialmente anziché pagarti il dividendo, posso far crescere il prezzo delle azioni, alla fine non ce l’hai sotto forma di stacco di dividendo, ma ce l’hai sotto forma di apprezzamento del capitale. Quindi questo è un altro modo di lavorare per cercare di rendere più attraenti il listino azionario giapponese che di fatto è buono per via degli utili, ma nello stesso tempo si cerca anche di attrarre quella che è l’apptibilibilità delle degli investitori esteri, quindi eh dividendi, buyback, utili sani e poi c’è anche un fattore che è quello legato al return on equity, quindi ritorno sull’azione. Solitamente il ritorno on equity è un indicatore di salute di un’azienda. Più questo indicatore è alto, più vuol dire che l’azienda ha investito bene i propri denari. Quindi il ritorno in equity medio del Giappone è raddoppiato dal 2009 ad oggi, ehm, ed è stato l’aumento più sostanziale se in termini relativi viene paragonato con gli Stati Uniti e con l’Europa, cioè per quanto Europa e Stati Uniti avessero già un livello alto, negli ultimi tempi il Giappone quello che li ha raggiunti e quindi in termini percentuali è quello che è cresciuto di più. Quindi voi, anche qui si denota la bontà e la qualità delle riforme che sono state fatte nel corso degli anni. Quindi è un mercato che era un po’ indietro da questo punto di vista e si è riportato al pari di altre due economie come quella europea e quella americana che sono chiaramente due economie più eh costanti e in questo momento, tra altre cose negli Stati Uniti l’economia più virtuosa nel mondo occidentale. Quindi con questo direi che si può chiudere una serie di fattori positivi che possono portare, diciamo, a considerare nell’ambito del proprio più asset allocation anche una, diciamo, forma di eh eh tesi di investimento su quello che è il listino azionario giapponese.
E fattori negativi, guardiamola anche dalla parte negativa. Ci sono dei fattori negativi, come sempre che ci sono sempre presenti in tutte le cose. Ne vedete qualcuno? Ne avete elencato qualcuno? Ma i fattori negativi per il momento potrebbero essere in tutto questo scenario. Se per caso le le cose dovessero andare effettivamente eh meglio del previsto in termini di crescita dell’inflazione, allora potremmo assistere ad un aumento dei tassi da parte della Bank of Japan più consistente di quello che ci si aspetta. E allora a questo punto questo potrebbe in parte eh rallentare la crescita del listino perché perché avremo un’inflazione che sale e avremo a questo punto i tassi che devono rincorrere l’inflazione per eh raffreddarla e chiaramente questo fa sì che possa esserci un mercato un po’ meno attraente e di fatto accade quello che è accaduto nel 2022 per le borse americane o per le borse europee. Al momento questa non è un’ipotesi che intravediamo. crescita dei tassi dell’inflazione ci sarà, ma sarà molto in maniera molto lenta, per cui molto gestibile e quindi di conseguenza però è chiaro che va tenuta in debita considerazione se non dimentichiamoci che non più tardi dell’estate scorsa eh anche il fattore carry trade, ovvero gente che esatto gente che ha intravisto ovviamente gente che ha intravisto la possibilità o meglio la fine di quello che era l’effetto di indebitarsi a tassi zero. Eh, chiaramente per effetto dell’aumento dei tassi potrebbe essere un un altro elemento di volatilità. Di fatto cosa è successo? È successo che la gente, avendo tassi in Giappone a zero, come dicevi tu, si è indebitata in una valuta dove i tassi erano zero e investiva in in valute o in economie dove invece i tassi erano più alti e quindi guadagnava dal differenziale dei tassi fra le le due cose. Però rialzandosi i tassi in Giappone la valuta si è rivalutata e quindi hanno cominciato a perdere quello che guadagnavano come differenziale dei tassi e quindi il giochino ha abbastonato un sacco di gente che giocava col carry trade. È questo che è successo nel concreto.
Esatto. Esatto. Poi di fatto però, come dicevo, la cosa sembrerebbe essere molto più lenta del previsto, per cui c’è tempo per cercare di riequilibrare le situazioni, le posizioni. Davide, secondo te, visto che l’altro grande attore asiatico alla Cina, sono un paio d’anni che è molto problematico, 2-3 anni che, insomma, non sta dando grandi risultati, nonostante una piccola fiammata nel fine nel fine dell’anno passato per delle riforme che hanno un po’ iniziato, ma poi hanno lasciato a metà, potrebbe sostituire in parte la Cina come attore principale in quella in quell’area, il Giappone? Ma allora direi che per una questione legata proprio alla piramide demografica, eh alla alla capacità di diciamo del del proprio del del della demografia in senso generale e eh per tante cose strutturali sono due mercati diversi, diciamo. Quindi mi sentirei di dire che il Giappone è ad oggi un’area sicuramente più evoluta in termini di, diciamo, di tessuto macroeconomico, per quanto hanno comunque anche loro i loro problemi. Direi che più che sostituirlo, però il Giappone può essere eh un un’area che può sfruttare meglio per via della qualità che ha nelle aziende che sono sul mercato giapponese, tutta quella che è l’aria asiatica. Non è un caso che il Giappone può è un è una nazione che può anche facilmente esportare e può esportare verso un’area asiatica che non è soltanto legata alla Cina, ma dove ci sono paesi come Indonesia, eh Taiwan, Corea che stanno comunque crescendo in maniera eh migliore di quanto non lo fosse in passato. Quindi sicuramente più che sostituire e io direi che il Giappone può trarre vantaggio da una crescita interregionale del mercato asiatico che chiaramente oggi è diversa da quella che avevamo in passato. per cui però strutturalmente sono due mercati che hanno delle differenze sia in termini positivi e negativi proprio perché sono due aree completamente diverse. Quindi, a partire proprio da quello che è la la, diciamo, la piramide demografica che chiaramente vede il Giappone molto simile all’Italia, dove c’è una piramide demografica di dirigente anziana, c’è un PIL, un debito PIL che insomma è più alto addirittura di quello di quello italiano, per cui di fatto diciamo che sono due aree un po’ diverse, ecco. E per cui direi che più che fare un confronto di sostituzione, farei un confronto dove ciascuna delle due realtà devono essere brave a sfruttare quella che è una fascia di crescita interregionale al mercato asiatico. Davide, volevo dare, diciamo, una mia interpretazione sulla cosa di eh magari riposizionare l’asset allocation generale anche sul Giappone, diciamo, di di ricomprenderlo, visto che negli ultimi anni anche complice noi, eh perché noi consulenti finanzieri un po’ sfiduciati l’avevamo un po’ trascurato e di usare il pack, cioè che secondo me è sempre la cosa che riesce grandemente a cogliere gli alti e bassi dei mercati che chiaramente i mercati del generi sono quelli per cui bisogna usare un pack. Perché anche se ci fossero dei momenti di alti e di bassi lo vai a sfruttare molto bene, quindi permette anche di investire senza essere preda di di grandi ribassi e di diciamo di di paure che uno ha perso chissà quanto. Quindi secondo me il pack potrebbe essere uno strumento molto molto utile da usare su questo mercato. Assolutamente. Io dico sempre che il piano di accumulo, guarda, i mercati non si possono prevedere, non si possono controllare, non si possono gestire, però le modalità col quale investire il proprio denaro sicuramente sono quelle sul quale si può far fronte, no? su quale si può mh porre le basi eh per diciamo far bene le cose e e avere e raggiungere bene gli obiettivi. Quindi il piano di accumulo è pur sempre uno strumento valido, eh la possibilità di poter mediare quelli che sono i prezzi nel tempo, di togliere la razionalità e sfruttare tutte le fasi, se vogliamo, sia positive che negative. e quindi è uno strumento che ci permette di sfruttare entrambe eh le facce del mercato. Direi che vale vale sempre la pena. Quindi io non mi diciamo non mi sufferò mai di dire che il piano di accumulo per chi vuole puntare al mercato azionario con una crescita salutare è lo strumento migliore. Attenzione che il piano di accumulo può essere fatto in diverse soluzioni, può essere fatto sia con piccole dosi, quindi puntare alla crescita mediatica dei prezzi ehm nel tempo, ma si può anche sfruttare quelle che sono anche ingressi frazionati che possono essere banalmente fatti con importi più grossi, proprio per voler accorciare i tempi di posizionamento su un mercato e cogliere quelle che sono alcune fasi di debolezza strutturale del mercato. Quindi, fondamentalmente, anziché fare magari dei versamenti periodici mensili, si possono anche pensare di creare delle somme più consistenti e fare tre inversamenti durante l’anno, insomma. Ecco, banalmente qui alla qui la scelta del del singolo investitore. Sì, sì, sì, sì. quello bisogna adattarlo alla psicologia del singolo investitore, al momento, al suo ai suoi ai suoi presupposti, ai suoi bisogni, ai suoi obiettivi. Quindi va sicuramente, questo è compito nostro, capire, come dico sempre, chi c’abbiamo davanti, che cosa vuole fare, cosa gli serve e come gestirlo al meglio senza fargli correre né rischi e né né momenti di panico che magari non riesce a sopportare. Sicuramente sì. Poi l’altra cosa che voglio dire è che di non fare da soli, di rivolgersi a un consulente finanziario, di non perché avete sentito adesso Davide che vi dice che il Giappone potrebbe avere potrebbe eh non abbiamo detto sicuramente che sta potrebbe avere dei grossi rialzi, riprendere e mettere tutto là, no? Fate un piano finanziario, non lo fate da soli, fatelo con un consulente finanziario che insieme e facendo una programmazione nel medio lungo termine sicuramente porterete a casa un risultato più che dignitoso. Non stiamo dando percentuali, ma di solito questo è quello che succede. Sei d’accordo? Sì, assolutamente. Hai fatto bene a sottolinearlo, cioè ricordiamo che stiamo parlando di investimenti azionari che hanno la loro dose di volatilità, la loro dose di rischio, quindi va fatto attraverso un intermediario finanziario qualificato e e di conseguenza va fatto con le giuste caratteristiche in base alla propria tolleranza al rischio, in base alla propria pianificazione, ai propri obiettivi. Quindi vanno prese tante cose in considerazione. Chiaramente lo scenario che stiamo descrivendo è uno scenario che non è certo perché sono delle analisi e delle aspettative su un mercato, però chiaramente in questo momento se ci si sofferma valutare quelli che sono gli aspetti macroeconomici e che si hanno a disposizione, evitando quelli che sono chiaramente tutti i fattori imponderabili, lo scenario che si si che si delinea sul mercato è uno scenario che in termini relativi appare un po’ più interessante rispetto ad altre aree. D’accordissimo. Senti Davide, grazie di essere intervenuto, grazie a Columbia Thed Needle, quindi se vogliono andare a vedere qualcosa di più andate sul sito della società, lo trovate facilmente, basta digitate Columbia 3AD Nidel, è un po’ difficile da dire è t h r e a d n e e d l e me lo sono scritto bene così l’ho fatto l’ho detto bene. Altrimenti chiedete a me e vi darò tutte le informazioni che che ti possono servire per fare, diciamo, capire un po’ meglio questa cosa. Grazie ancora Davide. Grazie a te Foso e buona serata.
Ciao. Alla prossima. Imprenditore ciao. Ho pubblicato un nuovo libro tutto dedicato a te. si chiama tesoreria trasformativa. Il sottotitolo è liberare capitali inutilizzati, ottenere condizioni migliori dalle banche e pagare meno tasse in modo legale. In questo libro che ti faccio vedere qui adesso, eccolo qua, tesoreria trasformativa. In questo libro parlo di come fare per migliorare la gestione della tua azienda. Non sono solo in questo libro perché c’è la prefazione di Carlo Alberto Carnevale Maffè, un economista di di fama internazionale. Poi c’è un capitolo dedicato al Bitcoin, alle crypto dove parla Ferdinando Ametrano, una un autorità riconosciuta a livello europeo e un importantissimo commercialista che scrive per il Sole 24 ore che spiega come fare per pagare le tasse su Bitcoin e crypto. Inoltre c’è un capitolo dedicato alla costruzione societaria da fatto da un bravissimo commercialista internazionale, si chiama Oreste Parroni, dove esamina come possono essere le varie costruzioni ottimali per gestire un’azienda. Il resto è un manuale di gestione della tua azienda, suggerimenti, tabelle da scaricare, tutte cose molto molto pratiche. Non è una cosa eh diciamo a livello universitario e c’è tutta una parte dove ti spiega come poter evitare tanti problemi come il mancato pagamento delle fatture per la vendita dei beni e servizi. Insomma, ci stanno tantissime cose. Io sono un consulente finanziario, faccio questo lavoro dal 1994. Mi puoi trovare su tutti i principali social, puoi scrivermi a [email protected] o mandarmi un WhatsApp al 3383169801. Ti aspetto per qualsiasi informazione e il libro che ti faccio rivedere, eccolo qua, eccolo qui. Tesoreria trasformativa. Lo puoi trovare su Amazon. Qui nella descrizione poi del del video potrai trovare il link per andare direttamente su Amazon, scaricarlo e guardartelo e poi se vorrai chiamarmi per avere informazioni per mettere in pratica le cose che ci sono scritte. Ciao e ci sentiamo alla prossima.
Giappone: Investire Oggi o Ignorare la Grande Occasione?
Ciao e benvenuto/a a un nuovo, imperdibile episodio del video podcast Finanza Semplice di Alfonso Selva! Sono io, il tuo Consulente Finanziario. Oggi una promessa: questa puntata aumenterà la tua cultura finanziaria, preparandoti a scegliere e a giudicare al meglio le proposte di banche e consulenti.
Ospite d’onore: Davide Renzulli di Columbia Threadneedle Investments. Parliamo di Giappone, un mercato a lungo sottovalutato. Avevo i miei dubbi sul lungo termine, ma Davide mi ha convinto del contrario. E non è l’unica società ad averci visto giusto!
Il Giappone ha superato anni di “spirale deflattiva” (anni ’90/’00) grazie a riforme strutturali profonde degli ultimi 20 anni. Oggi è la terza piazza finanziaria mondiale, da non ignorare.
Ecco perché il Giappone è un’opportunità da considerare:
• 📈 Tassi Bassi e Inflazione Salutare: Tassi ancora bassi (0,25%), politica monetaria espansiva. Inflazione sana (2,6-2,7%), ideale per l’azionario.
• 💰 Aziende Solide e Liquide: Basso debito e alta liquidità (40% del PIL). Investimenti produttivi e costi di indebitamento vantaggiosi.
• 🇯🇵 Incentivi per Investire: Esenzioni fiscali incentivano gli investitori locali.
• 💲 Quotazioni Attraenti: Valutazioni più convenienti rispetto al mercato americano.
• 🤝 Migliore Governance Aziendale: Riforme hanno migliorato la gestione, premiando gli azionisti con crescita utili, dividendi raddoppiati e buyback (aziende ricomprano proprie azioni, aumentandone il valore). Il Return on Equity medio è raddoppiato dal 2009.
Il rischio principale è una rapida crescita dell’inflazione che porti a rialzi aggressivi dei tassi da parte della Bank of Japan, rallentando il mercato. Anche il “carry trade” può generare volatilità.
La chiave? Non fare da solo! Rivolgiti sempre a un Consulente Finanziario. Usa strumenti come il Piano di Accumulo (PAC), ideale per mediare i prezzi, sfruttare alti e bassi e gestire l’emotività. Un PAC si adatta alla tua psicologia e ai tuoi obiettivi.
Complimenti! Hai letto, visto, ascoltato questo approfondimento. Hai aumentato la tua cultura finanziaria e la tua capacità di scegliere al meglio come investire i tuoi soldi, sapendo giudicare le proposte della banca “vecchio stile” o di altri consulenti.
Sono entusiasta di annunciarti che è appena uscito il mio nuovo libro: “Tesoreria Trasformativa”! La guida definitiva per ogni imprenditore che vuole liberare capitali inutilizzati, ottenere condizioni migliori dalle banche e pagare meno tasse in modo legale.
Un manuale pratico con contributi di grandi esperti:
• Prefazione: Carlo Alberto Carnevale Maffè (Professore Bocconi ed Economista Internazionale).
• Bitcoin e crypto: Ferdinando Ametrano (Professore Bicocca e Sorbona).
• Tasse su criptovalute: Francesco Avella (Tributarista, Il Sole 24 Ore).
• Strutture societarie ottimali: Oreste Parroni (Commercialista Internazionale).
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